Ho una sua foto davanti agli occhi:li alzo e vedo lei davanti a me. La foto la ritra china sul tavolo da lavoro, scomposta tra i suoi attrezzi ed i materiali; i miei occhi invece incontrano il suo sguardo che scopre l'ordine del mondo. Così ho completato il percorso tra il dentro e il fuori, tra il fisso ed il mobile, tra il tempo e l'attimo.
Lo stesso percorso che lei intraprende quando lascia questo mondo per il suo, qundo lascia l'apparenza dei corpi per entrare nei corpi sottili, in ciò che immutabile stà fermo entro ciò che si muove. Attraversa così quella porta, il quadrato della terra e l'arco del cielo, e va per scalfire, profondamente scalfire: va per modellare, col muto coraggio di togliere il superfluo. Lei dice: "io... io cerco gioielli che respirano, forme che racchiudono e si schiudono; il solido nell'aereo e i bagliori che illuminano il discreto, io cerco"; e lo dice posando una perla di pura sfera tra i triangoli spinosi del gambo di una rosa.

Andrea Rossi